Nessun diritto in meno ai lavoratori, ma un diritto in più ai cittadini. E non solo a quelli italiani, ma a tutte le centinaia di migliaia di turisti che vengono in Italia ogni anno. Con questo decreto noi non interveniamo sul diritto di sciopero, non ri-regolamentiamo il diritto di assemblea: con questo decreto noi parliamo di cultura, trasformiamo la cultura in servizio pubblico essenziale e questo significa assegnarle finalmente il posto che merita. A chi dice che in nessun'altra parte d' Europa esiste questo, noi rispondiamo che nessun'altra parte del mondo possiede il patrimonio culturale italiano. A chi dice che già le norme precedenti consentivano la tutela del patrimonio culturale, noi rispondiamo che la legge 146 parla di vigilanza che è ben diversa dalla tutela, che porta in sé la possibilità di fruizione del bene. A chi dice che questo decreto ha un intento punitivo nei confronti dei lavoratori, noi rispondiamo che tale scelta porterà un vantaggio aggiuntivo ai lavoratori, perché trasformare la cultura in servizio pubblico essenziale, significa ribadire che dobbiamo investire in cultura e le misure contenute in legge di stabilità dimostrano che il governo e il ministro Franceschini stanno andando in questa direzione. Abbiamo sempre stigmatizzato chi diceva che con la cultura non si mangia. Ora noi dimostriamo che non eravamo contro questa accezione solo a parole. Mettiamo la cultura al centro e la trasformiamo in diritto. E questa è una rivoluzione. Lo afferma Simona Malpezzi, deputata del Pd e componente della commissione Cultura della Camera.