“Questo non è un decreto fiscale: è un manifesto ideologico, pensato per premiare i furbi e penalizzare i contribuenti onesti”. Lo ha detto in Aula alla Camera, Claudio Stefanazzi, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Finanze, annunciando il voto contrario del Gruppo dem al cosiddetto Dl fiscale”.
“Si tratta – ha aggiunto l’esponente Pd - di un provvedimento minimo nell’impatto finanziario, appena 9,9 milioni nel 2025, ma massimo nell’ambiguità politica. Un maquillage normativo che introduce norme opache, condoni mascherati e nuove disparità. Non c’è alcuna volontà di costruire un fisco giusto, si coltivano invece relazioni clientelari e si moltiplicano le sanatorie per gli evasori. Nel decreto troviamo varie ‘perle’, tra cui l’apertura all’uso del contante per le spese all’estero, l’allargamento della flat tax, la possibilità di manipolare i valori fiscali con stime forfettarie, e la stretta sui controlli dell’Agenzia delle Entrate e con il nuovo ravvedimento speciale si consente di chiudere la propria posizione versando anche solo la prima rata, premiando chi evade”.
“Nel frattempo – ha concluso Stefanazzi – la pressione fiscale tocca il 50,6% e milioni di italiani rinunciano alle vacanze per mancanza di risorse. Questo decreto è l’ennesima occasione persa per una riforma vera: noi continueremo a batterci in Aula, nelle commissioni e nei territori per un fisco giusto, e a denunciare ogni misura che allontana l’Italia da un sistema equo e solidale. Il fisco non deve proteggere gli amici del governo, ma costruire una società più giusta. Ogni euro evaso è un euro in meno per asili, ospedali, diritti. L’equità non è un optional: è la base di una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e non sulla furbizia”.