Su zone terremotate solo propaganda
Anche oggi il Governo gialloverde ci dimostra di non essere in grado di essere capace di garantire una continuità alle misure per la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto adottate dai governi precedenti. Non sappiamo se per manifesta incapacità o se perché prevaricati da un accecante ideologia. Fatto sta che il Decreto Genova, che dovrebbe contenere norme urgenti relative agli eventi sismici che hanno colpito nel 2016 le regioni del centro Italia, non si va oltre il titolo e le questioni strategiche relative alla ricostruzione sono assolutamente eluse”.-
Lo dichiara Mario Morgoni, deputato del Partito Democratico -
“Nel provvedimento che arriverà in Aula tra poche ore non è prevista la proroga della struttura commissariale in scadenza a fine anno, così come non sono previste le proroghe per i contratti dei 700 tecnici assunti a tempo determinato per fronteggiare le esigenze legate alla ricostruzione. Mancati interventi che – spiega il deputato Dem - genereranno una situazione di indeterminatezza e precarietà laddove sarebbe necessario garantire stabilità e certezze. Nulla è stato previsto sul versante delle misure economiche, che rappresentano elementi essenziali per promuovere un nuovo sviluppo economico e sociale a cui questi territori e le 600.000 mila persone residenti nel cratere del sisma non vogliono rinunciare. Sono invece state inserite misure che – sottolinea - segnano preoccupanti passi indietro come quelli che accentrano i poteri sul commissario espropriando i presidenti delle Regioni della possibilità di concorrere a decisioni fondamentali per la ricostruzione come l’elaborazione delle ordinanze e la scelta della priorità delle opere pubbliche su cui intervenire”.
“L’unica nota positiva non è farina del loro sacco, ma riguarda l’accoglimento di un nostro emendamento per inserire i comuni nella cabina di coordinamento della ricostruzione. È evidente che il governo non è in grado di affrontare le sfide del Paese, – conclude Morgoni - continua a fare propaganda, tante parole e niente fatti”.