“Questo decreto aiuterà la giustizia a ripartire dopo lo stop dell’emergenza sanitaria; contribuirà a rafforzare la lotta contro la mafia; permetterà, attraverso una norma chiara e trasparente, l’utilizzo dell’App Immuni, strumento importante per tracciare i positivi e proseguire con maggiore vigore nella lotta al coronavirus. Io l’ho scaricata non appena è stato possibile. Penso pure che il governo debba investire di più perché l’app venga utilizzata da quanti più cittadini possibili. Solo così, infatti, è in grado di assicurare risultati soddisfacenti nel circoscrivere eventuali nuovi focolai. Ma devo anche dire che il nostro Paese molte volte è strano: quando l’app non c’era tutti chiedevano un sistema di tracciamento, mentre da quando è operativa molti la criticano. Fanno tenerezza quelli, che poi sono gli stessi che condividono di tutto, e anche le cose più personali, con i giganti del web, che affermano di non voler scaricare l’app perché temono per la privacy, anche se sappiamo che i dati raccolti sono assolutamente protetti. A costoro mi permetto dire: siamo seri e non raccontiamo cose che non esistono”.
Così Michele Bordo, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula per annunciare il Sì dei Democratici al voto di fiducia sul decreto Intercettazioni.
“Si è fatta molta propaganda - ha aggiunto Michele Bordo - anche sulle scarcerazioni di diversi detenuti mafiosi al 41 bis o in regime di alta sicurezza che però non c’entrano niente con i provvedimenti sul Covid. Sono state possibili grazie a leggi che esistono da anni nel nostro ordinamento. Al Dap dovevano essere più attenti nel fare le verifiche. Hanno sbagliato e i vertici hanno giustamente rassegnato le dimissioni. Ma la risposta del governo a questa grave sottovalutazione è stata immediata: con le nuove norme di questo decreto sarà adesso necessario acquisire anche il parere della Procura antimafia sulle richieste di scarcerazione e i giudici dovranno rivalutare, con scadenze temporali fissate, la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria per giustificare l’eventuale decisione di proroga della detenzione domiciliare”.