“Il metodo non cambia: con un emendamento notturno sul decreto ‘Pubblica Amministrazione 2’ a prima firma del deputato Raffaele Nevi (Forza Italia) salta il limite massimo di tre mandati (ovvero 12 anni) per i presidenti delle federazioni sportive. E con il parere positivo del governo, insieme a pericolose retromarce sul vincolo sportivo, probabilmente si paga in questo modo il tributo a chi fortemente tentava di impedire la riforma sul lavoro sportivo. Sono personalmente disgustato. Il meccanismo elettorale delle federazioni sportive, il sistema elettivo più medievale del Paese, rilancia: perfino i tanti presidenti federali (in totale uomini al 98%) che sono attualmente in carica da sei mandati, ovvero da quando in Italia esisteva ancora la Lira, hanno di nuovo via libera. Basterà, per essere eletti all’infinito, ottenere i due terzi dei ‘voti validamente espressi’ (chi ha visto un’elezione federale sa di cosa parlo: scatoloni di deleghe e pullman stipati per portare le persone alle urne). Questo escamotage da sepolcri imbiancati diventerà semplicemente un‘ulteriore clava contro eventuali minoranze che si propongano come tentativo di cambiamento. È letteralmente una vergogna, le federazioni riescono, grazie a questo governo, ad alimentare il proprio sogno di diventare monarchie assolute. Avevamo inteso che anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ritenesse doveroso mantenere un argine a questo desiderio. L’argine è saltato, ne prendiamo, con indignazione, atto”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto, componente della commissione Cultura.