“Lei, Massimo Fini, dovrebbe vergognarsi di insultare la storia di questo Paese sostenendo che i tedeschi in Italia, a parte Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, furono in fondo corretti. E che gli occupanti furono gli alleati e non i tedeschi. Questo giornalista de Il Fatto dovrebbe inginocchiarsi di fronte all’armadio della vergogna, contenente 695 fascicoli di inchiesta e un registro generale con 2.274 notizie di reato riguardanti svariati crimini di guerra commessi in Italia dal 1943 al 1945. Dovrebbe inginocchiarsi di fronte alla lapide che al Ghetto di Roma ricorda la deportazione del Sabato Nero e, poi, venire al Memoriale della Shoah di Milano a piangere le migliaia di ebrei e non, deportati verso i lager nazisti. Dovrebbe chiedere scusa davanti a Via Tasso a Roma e davanti all’Hotel Regina a Milano, e in tutti i luoghi in cui i ‘corretti’ tedeschi spezzavano le ossa dei nostri resistenti, strappavano le unghie, distruggevano la faccia. Mi fermo qui. Potrei continuare per ore. Io penso che dovrebbe esserci un’etica del giornalismo che impedisca di insultare la verità storica acclarata da decenni. E impedire di relativizzare qualsiasi cosa come se la libertà fosse dire quello che ci pare, calpestando morti, documenti, testimonianza, storia, memoria”.
Così Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.