“L’Istituzione del ministero per la Transizione Ecologica è certamente un punto qualificante del nuovo esecutivo del prof. Draghi. Il passaggio dell’energia dal Ministero dello Sviluppo economico al nuovo dicastero è, però, qualcosa che richiede estrema attenzione.
I temi dell’energia non contemplano solamente politiche energetiche nel settore dei sistemi di generazione, siano essi rinnovabili o convenzionali, ma includono anche i temi vitali degli approvvigionamenti, delle infrastrutture, della competitività, del mercato unico e della concorrenza.
Tutti punti cruciali per la nostra economia e per la crescita del Paese. Se è vero che negli ultimi anni l’Italia ha ritrovato una chiara politica energetica prima con la SEN poi con il PNIEC tesa alla decarbonizzazione, è anche vero che le azioni di sistema, primariamente nel settore delle infrastrutture e della sicurezza energetica, hanno incrementato la sicurezza e permesso di allontanare lo spettro dei “black out” energetici tipici della fine degli anni novanta e del primo decennio degli anni duemila. Così come ad ora la costituzione di un vero mercato europeo dell’energia ed i temi connessi al passaggio al libero mercato sono sfide imponenti per il settore.
Il sistema energetico italiano, che si connota come uno dei più attrattivi e dinamici in Europa verso la riduzione delle fonti fossili e per la penetrazione delle rinnovabili, rimane quindi un elemento centrale di competitività del Paese. Per questo è importante che la riorganizzazione del comparto avvenga con la cura più attenta, evitando ogni inconveniente e cogliendo l’occasione per rimuovere blocchi e impedimenti legislativi che hanno sino ad oggi rallentato l’attuazione del PNIEC.
Siamo sicuri che i ministri competenti, con l’autorevole guida del Presidente del Consiglio, sapranno ben interpretare la delicatezza del passaggio che in ogni caso dovrà vedere anche il concorso costruttivo del Parlamento”.
Lo dichiara Gianluca Benamati, capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio.