Post su Fb di Barbara Pollastrini, deputata Pd
"Oggi, vent’anni dopo l’assalto alla scuola Diaz a Genova, le ragazze e i ragazzi di allora sono quaranta, cinquantenni, o di più. Carlo Giuliani di anni ne avrebbe quarantatre. Un movimento trasversale e di sguardo largo veniva annegato nella violenza da chi avrebbe dovuto proteggerlo. Gridavano: “un altro mondo è possibile”, e la notte si è fatta buia di botte, torture e depistaggi. Avevano ragione perché erano profonde le ferite alla pace, all’ambiente di un mondo guasto, ma un potere ha usato la forza." Così la deputata Pd Barbara Pollastrini in un post su Fb ricorda i tragici avvenimenti del G8 di Genova. Qualcosa di diverso e di simile - scrive ancora Pollastrini- era accaduto circa trent’anni prima a un’altra generazione, la mia, quella del ‘68 degli studenti, delle lotte operaie e delle donne. La bomba di Piazza Fontana e il sogno precipitava, i giornali scrivevano della fine dell’innocenza. Però i colpevoli erano “storicamente” gli stessi. Ieri ricorreva l’anniversario di via d’Amelio dove morivano Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta.
Questo paese lungo, stretto e bellissimo, ha nel sottosuolo un filotto nero che esplode e con le sue manacce vuole imprigionare speranze, partecipazione e cambiamento.
Come lo chiami? Eversione, fascismo, razzismo, devianze, criminalità, prevaricazione, reazione.
Comunque lo nomini ti si ripropone il senso di una democrazia preziosa quanto fragile. E dei diritti umani come condizione di civiltà nel carcere, in una casa di riposo, nel campo dove si raccoglie la frutta, nel magazzino di Amazon, nelle solitudini di migranti e disabili.
Sai che quel filotto nero è sempre in agguato contro la dignità e la legalità e sai che anche per questo “un altro mondo deve essere possibile” e che ci siamo per questo.