"I migranti morti nell'incendio del grande ghetto che sorgeva nelle campagne foggiane sono probabilmente le vittime di chi non vuole cedere il passo allo Stato". Lo afferma il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo esprimendo "solidarietà personale e istituzionale alle famiglie dei due migranti trovati carbonizzati e all'intera comunità di cittadini stranieri presenti nel territorio".
“Lo sgombero del ghetto - continua Bordo - ha segnato un punto di svolta in direzione della piena affermazione della legalità e del contrasto al caporalato e ad ogni altro reato commesso in quella terra di nessuno. Lo Stato ha affermato la propria presenza e forse chi fino a ieri gestiva la baraccopoli ha prima reagito organizzando la manifestazione di immigrati davanti alla Prefettura per chiedere di rimanere nel gran ghetto, e poi probabilmente ha dato alle fiamme le baracche, se sarà confermato l’incendio doloso, provocando l'inferno che ha inghiottito le povere vite di due migranti.
La loro morte deve spingere ancor di più tutti noi a moltiplicare gli sforzi per cancellare questa vergogna dalle nostre campagne - conclude Michele Bordo – e promuovere l'organizzazione di un sistema diffuso e socialmente sostenibile di assistenza ai lavoratori stagionali impiegati a migliaia dalle imprese agricole dell'area".