“Per giungere al testo sullo Ius Scholae abbiamo discusso per 4 mesi in commissione, soprattutto di emendamenti ostruzionistici di Lega e Fdi, compresi quelli sulla conoscenza delle sagre di Rocca Cannuccia. Ma quello che ci interessa è il risultato di un impegno che ci siamo presi molti anni fa. Già nel 2015 la Camera approvò una legge ancora più ricca che poi si bloccò al Senato. Nostro obiettivo è arrivare entro la fine della legislatura a una nuova legge che preveda la possibilità per un minore di ottenere la cittadinanza italiana. Oggi lo può essere solo se un genitore diventa cittadino italiano. Stiamo parlando di almeno 800mila bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Sono gli amici, i compagni di giochi e di banco, dei nostri figli. Sono italiani in tutto e per tutto, meno che per lo Stato. Non è accettabile, perché vivono una limitazione anche dal punto di vista psicologico. Si sentono cittadini di serie b, non accettati fino in fondo. Dobbiamo invece costruire i cittadini di domani facendoli sentire da subito parte dell’Italia e della società”.
Così Matteo Mauri, deputato dem e responsabile nazionale Pd sulla cittadinanza e immigrazione, a Radio Immagina.
“Nel mondo del centro destra - aggiunge Mauri - ci sono posizioni differenziate. Sulle barricate abbiamo Lega e Fdi. Ma il testo base giunto in commissione ha avuto il voto favorevole di Fi e l’astensione di Coraggio Italia. Questo dimostra che ci sono punti di vista diversi, ma anche la condivisione di un obiettivo di fondo su cui si può lavorare. Il testo è stato calendarizzato in Aula per martedì prossimo per questioni tecniche. Importante sarà discutere entro luglio gli emendamenti e votarlo, per poi mandarlo al Senato. Siamo determinati a compiere tutto il possibile per giungere all’obiettivo. Del resto, c’è una stragrande maggioranza del Paese che è d’accordo perché vive nella realtà. Ora dobbiamo portare nella contemporaneità anche la legge italiana”.