• 12/11/2025

“La cessione di Iveco a un gruppo extraeuropeo rappresenta un campanello d’allarme per il futuro del nostro sistema industriale e per la capacità dell’Italia di difendere i propri asset strategici. Iveco è uno degli ultimi grandi costruttori industriali italiani nel settore dell’automotive pesante. Il trasferimento del controllo fuori dall’Unione Europea rischia di indebolire il presidio industriale nazionale e di spostare le principali leve decisionali all’estero. È indispensabile che il governo garantisca che la sede torinese mantenga un ruolo strategico e che una parte della governance resti in Italia. È necessario tutelare i lavoratori e la filiera produttiva mentre le garanzie occupazionali appaiono limitate a un orizzonte di due anni. Chiediamo un piano industriale dettagliato, con impegni vincolanti e pluriennali su stabilimenti, livelli occupazionali e investimenti in ricerca e sviluppo, per proteggere l’indotto, in particolare in Lombardia ed Emilia-Romagna.
Il caso Iveco è il sintomo di una fragilità più ampia: la mancanza di una politica industriale nazionale ed europea capace di proteggere e rilanciare i settori strategici. L’Italia deve farsi promotrice di un quadro comune europeo di difesa industriale, con strumenti pubblici d’intervento sul modello francese e tedesco. Su questi aspetti fondamentali il ministro Urso oggi in audizione non è stato in grado di assumere impegni chiari. Rimangono aperti tutti i problemi emersi: tutelare l’interesse nazionale, garantire la continuità produttiva e assicurare che Iveco resti un presidio industriale e tecnologico italiano all’interno di una strategia europea condivisa”.
Così i deputati del Pd Vinicio Peluffo, Antonella Forattini, Alberto Pandolfo, Arturo Scotto e Gian Antonio Girelli.