• 02/11/2017

“Il nostro è un Paese in cui nascono pochi bambini e allo stesso tempo il desiderio di maternità e paternità è doppio rispetto alla realtà. Siccome le cause sono molte, le soluzioni devono essere altrettante: perciò è fuorviante ridurre tutto ad un match tra bonus bebè sì o bonus bebè no”.

- Lo scrive in un post su Facebook Titti di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico e responsabile del Dipartimento mamme del Pd, in merito alla discussione sulla Legge di bilancio-

“Per contrastare la denatalità e rispondere al desiderio delle persone di fare figli bisogna continuare a creare occupazione stabile, a far aumentare l'occupazione femminile, implementare i servizi e rafforzare e promuovere la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e la condivisione tra madri e padri delle responsabilità genitoriali; e – spiega la deputata Dem - sostenere economicamente le famiglie in modo strutturale. Ad esempio tramite un assegno universale per ciascun figlio, dalla nascita fino a 25 anni, tramite la possibilità di detrarre il costo di baby-sitter e badanti e tramite la riduzione dell'Iva sui prodotti della prima infanzia. Cioè bisogna riorganizzare in questo senso le misure e i bonus esistenti per allargare la platea di chi può utilizzarli, renderli più efficaci e consolidare la direzione di marcia avviata con i governi Renzi e Gentiloni”.

“Una riforma così, capace di creare una rete di protezione sociale universale per tutti, non sarà possibile in questa legge di bilancio: dovrà essere il nostro impegno centrale per la prossima legislatura. Ma eliminare il bonus bebè non aiuta certo ad andare nella direzione di una riforma strutturale: diventerebbe solo un passo indietro e una riduzione delle risorse verso le famiglie. Che non si può fare. E quindi bonus bebè sì, e – conclude Di Salvo - allarghiamo subito le misure esistenti di conciliazione e condivisione della vita privata con il lavoro. Come indica l’Europa”.