Approvato emendamento per no-tax area più estesa
“Con l’approvazione di un emendamento alla legge di Bilancio la no-tax area per gli studenti universitari prende forma più precisa ed estesa. Già il governo aveva proposto per gli studenti che appartengono a famiglie con meno di 13.000 euro di ISEE (indice di reddito e patrimonio) l’esonero dal pagamento delle tassa per iscriversi alla laurea triennale, purché siano studenti in corso e attivi, cioè abbiano superato un certo numero di esami, mentre per le famiglie tra 13.000 e 25.000 euro di ISEE la proposta di legge stabiliva un calmieramento alle tasse universitarie in dipendenza dal valore dell’ISEE, con un’aliquota massima dell’8%. Con il mio emendamento il provvedimento di sgravio viene esteso alle lauree magistrali e agli studenti fino al primo anno fuori corso, in modo da coprire una fascia assai più ampia di studenti di tutti i corsi di studio e non lasciarli in difficoltà dopo la laurea triennale o nel caso di un piccolo ritardo nel completamento degli studi. Inoltre, a vantaggio delle famiglie del ceto medio impoverito, la fascia di calmieramento è stata estesa fino a 30.000 euro e l’aliquota abbassata al 7%. Infine anche i corsi di dottorato di ricerca, a cui si accede per concorso a numero chiuso, diventano gratuiti. Si è pensato anche ai bilanci universitari perché l’emendamento ha portato da 85 a 100 milioni il fondo disponibile per compensare gli atenei del calo di gettito dovuto alla nuova decontribuzione”. Lo ha detto Manuela Ghizzoni, deputata del Pd, prima firmataria dell’emendamento per l’estensione della no-tax area sottoscritto anche da tutti i deputati dem della Commissione Cultura.
“Finalmente – commenta l’on. Ghizzoni – l’articolo 34 della Costituzione, quello che garantisce il diritto degli studenti capaci e meritevoli privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti degli studi, trova un’ampia applicazione e l’Italia si avvicina all’Europa, dove la no-tax area è già una realtà in molti Paesi. Speriamo anche di riportare nelle università gli studenti delle famiglie meno abbienti e così di poter tornare a puntare a quel 40% di laureati sulla popolazione che è l’obiettivo fissato dall’Europa e da cui l’Italia è lontanissima, anzi ne è purtroppo il Paese più lontano. La sfida passa ora alle università. Mi auguro che sappiano affrontarla e vincerla nell’interesse del nostro Paese”.