In Italia sono oltre 100 mila: sono i lavoratori frontalieri a cui manca ancora una definizione del loro status giuridico che preveda le opportune tutele e diritti, oggi doppiamente negati sia nel paese di provenienza sia in quello dove prestano la propria opera. Di questo si è parlato stamane nel corso di un incontro tra le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil e una delegazione dei gruppi Pd di Camera e Senato, guidati dalla capogruppo in commissione Lavoro on. Debora Serracchiani e dal sen. Alessandro Alfieri e composta dai deputati Enrico Borghi, Maria Chiara Gadda, Gian Mario Fragomeli e Chiara Braga.
“Siamo del tutto consapevoli che oggi i lavoratori frontalieri vivono in una condizione difficile, non avendo le opportune tutele e diritti né dallo Stato di origine né da quello in cui lavorano. Una condizione che va superata , anche con nome di legge” - ha evidenziato l’on Serracchiani- annunciando che il Pd “si attiverà con appositi strumenti legislativi, nelle opportune sedi parlamentari, al fine di dare quanto prima più tutele e più diritti a questi lavoratori”. Nel corso dell’incontro sono stati elencati i principali problemi che affrontano quotidianamente i lavoratori frontalieri: da quello della sicurezza sociale , alla fiscalità diretta, alla legislazione sul lavoro. Dal canto loro, i rappresentanti sindacali di categoria, che hanno chiesto di incontrare tutti i gruppi parlamentari, hanno ricordato la necessità dell’istituzione di un tavolo interministeriale che predisponga una sorta di “Statuto dei lavoratori frontalieri”.