“In un clima piuttosto confuso, si fa passare l'idea che l'abolizione del codice degli appalti sia di per sè lo sbarco nella terra promessa, dove i lavori pubblici improvvisamente si moltiplicheranno per tutti.
Possibile che in Italia nessuno si ricordi cosa c'era prima del codice degli appalti? C'era una legge di circa 500 norme e un regolamento attuativo di 300 articoli. Vogliamo tornare lì? Oppure, semplicemente, pensiamo che abolendo il principio della gara competitiva per l'attribuzione dei lavori si possa andare nella direzione dell'efficienza della pubblica amministrazione e della qualificazione delle imprese?” Lo scrive su Facebook Enrico Borghi, della presidenza Pd a Montecitorio e membro della Commissione Difesa della Camera.
“A mio avviso - sottolinea il deputato dem - accadrebbe l'opposto. Ho qualche primavera sulle spalle per sapere che questo tema riemerge carsicamente. E ho memoria di cos'erano gli appalti negli anni '80, sfociati poi in Tangentopoli. C'era un partito dell'epoca che regolarmente chiedeva, e otteneva, la delega dei lavori pubblici ad ogni latidudine, dal governo nazionale all'ultima Usl. Pensare oggi di estendere a livello diffuso e generalizzato il ‘modello Genova’ significa non capire di cosa stiamo parlando. Oppure pensiamo davvero che si possa, per tutte le opere pubbliche in italia, selezionare, senza gara, l'impresa realizzatrice mediante atto del commissario di governo?”
“Il tema, a mio avviso - conclude Borghi - è piuttosto semplice. Per velocizzare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, non servono deroghe o scorciatoie, ma servono qualità (nella progettazione e nella realizzazione) e norme più semplici. Serve una forte qualificazione e responsabilizzazione della pubblica amministrazione, anche attraverso incentivi ai Responsabili Unici del Procedimento perchè il lavoro e le responsabilità vanno giustamente retribuite, e serve un quadro chiaro delle responsabilità e dei tempi. La logica commissariale è paternalistica, centralista e deresponsabilizzante. Utilizziamo l'emergenza economica per dare finalmente una sterzata in positivo per la crescita e l'efficienza della pubblica amministrazione. Solo così i lavori davvero si sbloccheranno.”