“Manlio Di Stefano rischia di superare ogni mirabolante virtuosismo nella specialità grillina del capovolgimento di tesi”. Lo scrive Andrea Romano, deputato del Partito democratico, in un articolo su Unità.tv.
“Oggi ha compiuto – spiega - un capolavoro, a proposito della celeberrima vicinanza sua e del Movimento Cinque Stelle alla Russia di Putin. Stanco di essere raffigurato come vicino al Cremlino, Di Stefano ha preso carta e penna, e ha vergato una nota nella quale si paragona nientepopodimenoche al Presidente della Repubblica. Sulla stessa pagina del blog grillino su cui Di Stefano pubblica la nota, tuttavia, si trova il video dell’intervento che il deputato Cinque Stelle lesse nel giugno 2016 alle assise di Russia Unita. Possiamo quindi ascoltarlo dalla sua stessa voce mentre sostiene che la crisi in Ucraina sarebbe stata provocata dalla ‘ingerenza esterna di Unione Europea e Stati Uniti’, ‘un golpe per portare la Nato più vicina ai confini della Russia e facilitare l’approvazione del TTIP’, che avrebbe trasformato l’Ucraina ‘in uno Stato fallito tenuto in vita dai soldi dei contribuenti europei’. Perché, secondo la sua raffinata analisi, la questione fondamentale del confronto tra la Russia e la comunità internazionale sarebbe nel fatto che ‘la Nato sta avanzando con aggressività e sta alimentando sui media una ondata di russofobia allo scopo di facilitare l’ingresso di nuovi Stati dell’Europa orientale nell’Unione europea e nella Nato’. Parole non proprio ispirate dall’equilibrio e dal senso di responsabilità mostrati nei confronti della Russia dal Presidente della Repubblica, al quale Di Stefano oggi si paragona”
“Se almeno ci fosse il coraggio di difendere le tesi sostenute con piglio dinanzi ai maggiorenti di Russia Unita, potremmo almeno discuterne nel merito. Ma neanche quello è possibile. Perché quello che ieri era l’ossequio M5S alle tesi di Putin sulla crisi ucraina, oggi vorrebbe essere coperto con una riverniciata di postura quirinalizia”, conclude.