“Né confusione né fretta, semplicemente un testo che approda in aula dopo due anni di approfondito lavoro in commissione e una esauriente indagine conoscitiva”. E’ quanto afferma Donatella Ferranti in vista della discussione generale di lunedì sulla pdl che riforma la disciplina su aziende e beni confiscati alla mafia: “E’ un provvedimento – spiega la presidente della commissione Giustizia della Camera – che nasce da una proposta di iniziativa popolare sottoscritta da Cgil, Libera e un ampio fronte di altre associazioni e che è stato poi affiancato da un testo della commissione Antimafia che migliora e rafforza il codice antimafia del 2011, un provvedimento – sottolinea l’esponente del Pd – che punta al pieno recupero di legalità superando i limiti e le criticità dell’attuale sistema. L’obiettivo è quello di evitare, come purtroppo spesso oggi accade, che aziende confiscate alla criminalità organizzata siano destinate a fallire, producendo disoccupazione e costi economici, o che altri beni e immobili rimangano di fatto inutilizzati”.
Il testo che andrà in aula, prosegue Ferranti, “mette a punto un sistema più stringente, semplificando e dando maggiore efficacia ai procedimenti di prevenzione personale e patrimoniale anche attraverso la specializzazione dei giudici che si occupano della materia e dettando criteri più rigorosi e trasparenti a garanzia della professionalità degli amministratori giudiziari”. E non solo, “ci sono misure di sostegno alle aziende sequestrate meritevoli di restare sul mercato grazie alla costituzione di un fondo di garanzia, c’è il potenziamento e la riorganizzazione dell’agenzia dei beni confiscati e ci sono norme specifiche contro il caporalato”. Insomma, è un testo – conclude Ferranti – che “affronta questioni di grande attualità, che dunque non può consentire ulteriori ritardi o rinvii. Il mio auspicio è che in aula ci si possa confrontare serenamente per migliorare il testo facendo fronte comune contro illegalità e mafie ed evitando strumentalizzazioni o manovre dilatorie”.