La Riforma nasce dalla mobilitazione popolare, auspicio è la massima convergenza
“La Riforma del Codice Antimafia nasce dalla forza culturale delle grandi organizzazioni che si battono per la legalità, arricchita dal contributo di un lungo dibattito all’interno delle commissioni Antimafia e Giustizia: consentirà di fare una lotta di sistema alle organizzazioni criminali che verranno colpite al cuore, cioè nelle loro ricchezze illecite. Il nostro auspicio è che il parlamento possa licenziare questa legge con il più vasto consenso, così saranno onorati gli sforzi di chi fa ogni giorno una battaglia onesta e generosa per la legalità”. Lo ha detto Davide Mattiello, relatore del nuovo Codice antimafia, illustrando oggi alla Camera il contenuto del provvedimento atteso da tempo. Mattiello ha sottolineato “la delicatezza e la complessità della materia che si propone un fine importantissimo: dare organicità alla normativa antimafia che avrà così la capacità di un contrasto di ‘sistema’ ai boss, superando gli interventi frammentati e varie criticità. La legge amplia i soggetti attivi e passivi, tutela i terzi creditori, evita il fallimento delle aziende e tutela chi ci lavora: cioè colpisce chi fa gli illeciti e salvaguarda le attività che possono e devono continuare a stare nei territori: solo così lo Stato può vincere”.