“Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono a conoscenza che con la chiusura di Mercatone Uno vengono azzerati mille e ottocento posti di lavoro, senza tenere conto dell’indotto, con il quale i lavoratori a rischio diventano diecimila? Il presidente del Consiglio e il ministro del Lavoro sanno che questo fallimento coinvolge anche l’Abruzzo e i suoi tre punti vendita di Colonnella, Scerne di Pineto e San Giovanni Teatino, con centocinque dipendenti rimasti a casa da un giorno all’altro, con i negozi serrati in seguito al fallimento della Shernon Holding srl decretata dal tribunale di Milano? Quali misure, quali iniziative, intende assumere il governo per trovare una soluzione adeguata e urgente, per una situazione gravissima e che interessa molte regioni, sulla quale è stato sì avviato un tavolo nazionale, ma che ad oggi non ha ancora prodotto alcuna soluzione praticabile e concreta a tutela dei lavoratori?”.
Sono le domande alle quali intende dare una risposta l’interrogazione presentata da Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.
“La chiusura di Mercatone Uno - aggiunge la deputata Dem - investe anche i clienti. Vi sono molte segnalazioni di persone e famiglie che avevano acquistato beni, senza però riceverli. Alcuni clienti hanno pagato l’intero ammontare dovuto senza però poter ritirare il prodotto per la chiusura dei punti vendita; altri invece, ordinate le merci da catalogo, versato un anticipo e attivato un finanziamento, temono di aver perso i loro soldi, perché il prodotto ordinato deve ancora essere realizzato dalla fabbrica. I clienti che hanno acceso il contratto con la finanziaria per l’acquisto di un determinato mobile con Mercatone Uno, non avranno il bene ordinato ma rischiano di dover continuare a pagare le rate del finanziamento. Conte e Di Maio, di fronte a questa situazione di enorme disagio, non possono stare alla finestra. Il governo deve tutelare lavoratori e clienti. Finora non lo ha fatto, non ha vigilato né prima del perfezionamento dell’accordo avvenuto con questo governo, né dopo. Avrebbe potuto prendere provvedimenti e tenere aperto il tavolo di crisi, invece ha solo dilazionato e rinviato la riunione richiesta dai sindacati. La beffa della riunione due giorni dopo i licenziamenti è uno schiaffo in faccia ai lavoratori. Ora - conclude Stefania Pezzopane - facciano qualcosa di utile”.