“Garantire ai lavoratori di Mercatone Uno che l’importo della Cassa integrazione sia calcolato sulla base dei contratti in essere prima che intervenisse la Shernon holding e quindi dignitoso, e non su quelli part-time introdotti dalla stessa Sharnon come condizione per un rilancio che poi non c’è stato perché si tratterebbe di una cifra da fame”. Lo dichiarano Alessandro Zan, deputato del Partito democratico, e Debora Serracchiani, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, a proposito del tavolo di crisi su Mercatone Uno in corso oggi presso il Mise.
“Quando la Shernon holding – ricordano - ha acquisito Mercatone Uno ha presentato un piano industriale ponendo, come condizione finanziaria per sua attuazione, che i lavoratori accettassero il passaggio al part-time. L’accordo raggiunto tra lavoratori e la holding prevedeva una riduzione di ore in cambio della certezza di un futuro. Ma poi il tribunale di Bologna ha decretato il fallimento della Shernon e i 1853 dipendenti di Mercatone Uno hanno dovuto subire l’enorme danno di essere lasciati a casa da un giorno all’altro con un sms dopo un patto. Ora quel patto rischia di diventare non solo il tradimento dell’impegno assunto dalla holding ma, addirittura, la causa di un nuovo, intollerabile danno economico, dal momento che ora il governo intende concedere una Cig dall’importo irrisorio perché calcolato sulla base dei contratti part-time e non di quelli full time precedenti”.
“Chiediamo per questo al ministro Di Maio e al suo ministero di tenere conto del fatto che i contratti part-time furono accettati solo in quanto garanzia di un futuro poi negato e di calcolare quindi la Cig sulla base dei contratti del 2018. Se non lo facesse, si renderebbe complice della doppia, insopportabile beffa subita dai lavoratori di Mercatone Uno”, concludono.