"La Tunisia non è un paese sicuro. E non si tratta di chissà quale oscuro complotto che vuole screditare il governo Meloni. Lo dice la sezione immigrazione del Tribunale di Firenze che è stata chiamata a esprimersi sul ricorso proprio di un cittadino tunisino a cui è stato negato lo status di rifugiati perché il suo Paese è ritenuto sicuro.
E per definire la Tunisia come paese non sicuro, il Tribunale cita fonti accreditate. Tra queste anche il nostro ministero degli Esteri secondo cui, scrivono i giudici, "la Tunisia è investita da una grave crisi democratica con una significativa concentrazione di tutti i poteri in capo al presidente Saied". Il Tribunale cita anche le elezioni, definite democratiche dal governo Meloni, ma alle quali ha votato solo il 9% dell'elettorato. A questo si aggiungono informazioni raccolte da fonti quali l'Onu e il Consiglio d'Europa, ad esempio, sulle "terribili condizioni" a cui vengono costretti i migranti subsahariani che si trovano nel Paese, fatti oggetto di una violenta campagna d’odio lanciata dal presidente Kais Saied in persona. Posso anche testimoniare direttamente, essendo stata da poco in Tunisia con il collega Peppe Provenzano, che nel paese si avverte forte un clima di paura a causa di misure repressive messe in atto nei confronti chiunque critichi il presidente. L’accusa è di complotto contro lo Stato. Dopo aver inviato l’esercito a sbarrare l’ingresso ai deputati eletti in Parlamento, dopo aver destituito il governo, dopo aver rimosso il Consiglio della magistratura e aver fatto arrestare i leader delle opposizioni, Saied ha trascinato la Tunisia verso la dittatura.
La lista dei paesi sicuri va dunque aggiornata escludendo la Tunisia e per le cittadine e i cittadini che arrivano dal paese nordafricano "non può ritenersi giustificata la deroga alle regole relative al diritto di asilo e all'accesso alla giustizia” come dicono, ancora, i giudici di Firenze". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.