"A Calolziocorte in provincia di Lecco continua il regolamento della 'propaganda', un regolamento del consiglio comunale che prevede la divisione del Paese in zone rosse dove non è possibile attrezzare centri di accoglienza per richiedenti asilo e zone blu dove invece si può richiedere un permesso al comune. La cosa assurda e discriminatoria a mio avviso è che le zone cosiddette rosse sono quelle zone a 150 metri da scuole, stazioni ferroviarie, dove il regolamento vieta l'insediamento di centri di accoglienza perché ritenuti di pericolosità sociale e ancora più assurdo è che a Calolziocorte, un paese di circa 15mila abitanti, i migranti richiedenti asilo sono solo 18, ossia lo 0,1 per cento della popolazione, di cui 7 sono giovani ragazzi maggiorenni con regolare contratto di lavoro, un nucleo familiare composto da mamma, papà e figlio piccolo e 4 mamme con 4 bimbi dagli zero ai 3 anni. Mi pare evidente quindi che non c'è alcuna emergenza né pericolosità sociale nell'accoglienza e integrazione di queste poche persone; piuttosto il consiglio comunale di Calolziocorte e il governo dovrebbero prevedere una integrazione come previsto in un Paese civile e democratico e non un'accoglienza così sofferta per mamme e bambini che già hanno sofferto abbastanza, collocandoli lontano dai centri di integrazione sociale e culturale come scuole e per questo avevo chiesto al ministro degli Interni l'applicazione dell'art. 138 del Tuel per l'annullamento di tale regolamento ma il ministro ha respinto la mia richiesta. Il regolamento però è lì ed è ancora vigente. Dunque chiedo un ulteriore intervento del governo ed invito il governo a venire con me a Calolziocorte per verificare lo stato delle cose. Non si possono discriminare 18 persone fra donne e bambini solo perché hanno una religione o un colore di pelle diversi".
Lo dichiara il deputato Pd, Gianmario Fragomeli, che aveva presentato una interrogazione al governo per cercare di tutelare la situazione dell'accoglienza nel paese di Calolziocorte in provincia di Lecco.