• 26/10/2022

“La gestione dell’immigrazione deve avvenire in modo legale e sicuro. Fondamentale per questo obiettivo è il dialogo e agli accordi con i Paesi di provenienza e di transito. Con questa finalità, nel 2017 l’Italia stipulò con le autorità libiche un Memorandum sul contrasto al traffico di esseri umani. Senza un atto del governo italiano, il 2 novembre il Memorandum verrà rinnovato tacitamente per altri tre anni, quando di fatto è rimasto inattuato in alcune parti fondamentali. La mancata risposta delle autorità libiche alle richieste italiane di modifica sollevano più di un dubbio sulla reale attuazione di tutto l’accordo. Per questo, chiediamo che il governo riferisca in aula spiegando come intende proseguire nel necessario rapporto con le autorità libiche. Chiediamo che non avvenga un rinnovo tacito perché le richieste italiane di modifica al Memorandum sono rimaste lettera morta”.

Così la deputata dem, Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Pd.

“Il Memorandum - prosegue - è stato parte di una strategia necessaria volta a regolare la gestione degli arrivi in Italia dalla Libia che però ha mostrato notevoli lacune sul fronte delle condizioni di vita dei migranti in Libia, ritenuti illegali dalle autorità libiche e detenuti in veri e propri campi di detenzione dove sono sottoposti a trattamenti inumani e degradanti. La piena collaborazione delle autorità libiche per migliorare le condizioni di vita dei migranti e per stroncare le reti illegali di traffico di esseri umani è mancata. Le condizioni dei campi sono peggiorate e centinaia di migliaia di persone sono intrappolate in un circolo vizioso di crudeltà. Per questo, nel 2019, al momento del rinnovo, come PD chiedemmo al governo italiano di avviare un dialogo con le autorità libiche per renderne più stringente l’applicazione relativamente al rispetto dei diritti umani e al contrasto ai trafficanti. I governi a cui quella richiesta venne sottoposta - aggiunge Lia Quartapelle - anche in considerazione della situazione interna di grande instabilità in Libia, non hanno mai concluso la discussione con le autorità libiche”.