“Le ong che, Luigi Di Maio, per contendere qualche voto a Salvini, ha chiamato vergognosamente ‘taxi del mare’, sono in realtà una parte importante di quello che chiamiamo con orgoglio il sistema italiano della cooperazione allo sviluppo”. Lo scrive su Facebook Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri alla Camera.
“Si tratta – spiega - di più di 200 organizzazioni non governative, che ogni giorno svolgono un lavoro prezioso per la lotta alla povertà. I bilanci delle ong italiane nel 2016, riportati con trasparenza dal portale Open Cooperazione, raccontano di più di 561 milioni di euro, raccolti per il 53% da fonti istituzionali, per la restate parte tra 427.451 donatori privati, singoli cittadini che vogliono con piccoli contributi fare la loro parte per la solidarietà internazionale. Il settore impiega più di 16mila persone, il 91% delle quali lavora fuori dall'Italia, e coordina interventi che coinvolgono le comunità locali nel contrasto alle diseguaglianze globali. Persone che rischiano a volte la vita o, più semplicemente, scelgono di lavorare in luoghi disagiati o zone di guerra, per contribuire a ridurre il divario tra chi ha e chi non ha”.
“Chi ci guadagna – continua - chiederebbe il solito grillino? I beneficiari dei 2.897 progetti sono le popolazioni locali, con le quali si lavora spesso fuori dalle logiche dei governi spesso non attenti ai bisogni della popolazione. È un contributo unico e prezioso: le ong infatti sono organizzazioni non statali, indipendenti, no profit, laiche o religiose, un elemento che arricchisce la tradizionale cooperazione tra Stati proprio perché portano le istanze delle comunità locali, delle società dei paesi in cui operano. Non sempre, in questi anni di dialogo con loro, siamo stati d'accordo, sugli interventi del governo italiano. Ma il contributo delle ong è stato prezioso ogni volta perché libero e indipendente, appunto. Capace di rappresentare il punto di vista degli ultimi. Non si tratta, quindi, solo di interventi in mare. L'arroganza con cui Di Maio ha parlato di ong tradisce il fatto che il M5S è troppo spesso capace di utilizzare parole come ‘pace’ e ‘cooperazione’ per la propaganda, dimenticando poi chi lavora ogni giorno per costruire un mondo più equo”.
“Tanta arroganza e malafede mi fanno pensare che non siano dettate da semplice ignoranza ma possano anche essere ispirate ancora una volta da quei paesi dove l'attività delle ong è vista con sospetto. A partire dalla Russia di Putin, dove c'è una legge che permette al governo di dichiarare le ong, straniere e nazionali, indesiderabili”, conclude.