“L’eventuale chiusura dell’operazione Sophia comporterà una riduzione della sicurezza nel Mediterraneo per il traffico mercantile e per i nostri marittimi? Il governo ha considerato gli effetti che deriverebbero da un ridotto ovvero mancato coinvolgimento dell’Unione Europea nella soluzione della crisi libica nel caso in cui l’operazione terminasse?”. Lo chiede Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri alla Camera, con un’interrogazione ai ministri degli Esteri e della Difesa.
“Il 18 maggio 2015 – spiega - il Consiglio Europeo definiva il quadro generale dell'operazione di gestione militare della crisi libica volta ad adottare misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai trafficanti di esseri umani nel pieno rispetto del diritto internazionale. Poco più di un mese dopo, il 22 giugno 2015, il Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea avviava ufficialmente l'operazione che il 26 ottobre dello stesso anno assumeva il nome di Eunavfor Med operazione Sophia. Nel giugno del 2016, la Commissione Europea estendeva il mandato dell'operazione Sophia per un'ulteriore anno, fino quindi al 27 luglio 2017, aggiungendo, altresì, due compiti integrativi al mandato della missione: l'addestramento della Guardia Costiera e della Marina libica e il contributo alle operazioni di embargo alle armi. Il 25 luglio 2017 il Consiglio Europeo aggiungeva al mandato tre nuovi compiti integrativi: istituire un meccanismo di controllo del personale in formazione per assicurare l'efficienza a lungo termine della formazione della Guardia Costiera e della Marina libica; svolgere nuove attività di sorveglianza e raccogliere informazioni sul traffico illecito delle esportazioni di petrolio dalla Libia e migliorare le possibilità per lo scambio di informazioni sulla tratta di esseri umani con le agenzie di contrasto degli Stati membri, Frontex ed Europol. In aggiunta, sin dall'inizio dell'operazione, le navi del gruppo europeo hanno potuto contribuire allo sforzo che l'Italia, con l'operazione Mare Sicuro sta portando avanti nel Mediterraneo centrale per garantire la sicurezza del traffico mercantile in generale e, in particolare, quello dei mercantili nazionali, per tutelare i molteplici interessi nazionali, oggi esposti a crescenti rischi determinati dalla presenza di entità estremiste mediante una costante attività di pattugliamento e monitoraggio delle acque internazionali”.
“Se l’operazione dovesse essere chiusa, il governo intende individuare delle soluzioni che possano colmare il vuoto lasciato nei settori dell’addestramento del personale della Guardia Costiera e della Marina libica? Verranno promossi accordi analoghi a quelli stabiliti dall’operazione Sophia con Frontex ed Europol per lo scambio informativo in modo da non perdere preziose fonti informative utili a prevenire e contrastare il terrorismo internazionale?”, conclude.