“Nell’evidente intento di fare cassa per coprire le mirabolanti promesse elettorali il governo colpisce direttamente studenti e famiglie delle zone montane che non avranno più la possibilità di alleviare, sia pure in parte, il carico di maggiori costi strutturali derivanti dall’esigenza di andare a studiare nelle Università lontane dai luoghi di origine. Se si pensa che questi oneri servono per coprire misure come la riduzione delle tasse ai ricchi o addirittura i condoni fiscali di cui si sente parlare, si può davvero definire questa decisione una manovra da Robin Hood al contrario. Grazie al governo Conte, dal 1 gennaio studiare all’Università per i ragazzi dei territori montani costerà di più, con una tassa occulta che viene introdotta e che andrà a sommarsi alle altre spese sostenute per il semplice fatto di essere distanti dagli atenei”.
Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd della Camera, commenta la decisione del governo di non rifinanziare la detrazione fiscale per gli studenti fuori sede iscritti ad un corso di laurea di un comune distante almeno 100 km da quello di residenza prevista dalla legge 205 dello scorso anno e di bocciare tutte le proposte del Pd in tal senso nel decreto Milleproroghe.
“Dopo il definanziamento del bando periferie, che colpisce numerosi comuni capoluogo, e lo ‘stop’ al bando ‘Sport e periferie’ che mette in discussione numerosi investimenti dei Comuni - aggiunge Enrico Borghi - arriva un’altra doccia fredda che colpisce questa volta le famiglie delle aree più periferiche. La misura fiscale, che assicura per i periodi di imposta 2017 e 2018 una detrazione per un importo non superiore a 2.633 euro annui, era stata introdotta dal governo Gentiloni”.