Sul bando periferie, le promesse del governo non bastano. Abbiamo già avuto prova di quanto valgono le parole di Salvini e Di Maio: nulla. Lo abbiamo visto sulle accise della benzina che Salvini doveva tagliare al primo Consiglio dei ministri, e invece sono ancora lì. Lo abbiamo visto sulla Fornero che doveva essere la prima legge abolita dalla Lega. Lo abbiamo visto su Ilva che Di Maio prometteva di chiudere e che invece, per fortuna, non licenzierà gli 11 mila lavoratori. E lo stiamo vedendo sul blocco dei fondi ai comuni per i progetti sulle periferie. Il Presidente del Consiglio Conte ha, nell'ordine: ammesso l'errore del Milleproroghe (ma poi non ha presentato nessun emendamento alla Camera ed anzi ha blindato il testo con la fiducia), e promesso di sbloccare le risorse nel primo provvedimento utile (ma poi non lo ha inserito nel decreto Urgenze votato ieri sera dal Consiglio dei Ministri). Ora invece rimanda a "settimana prossima". Siamo stufi di essere presi in giro. Questo governo continua a “risolvere” i problemi solo con i Tweet. E quando si tratta di trasformare le belle parole in provvedimenti, spariscono. Hanno costretto la Camera a discutere dei loro danni di notte.
Con una fiducia decisa già il 24 luglio (alla faccia della centralità del Parlamento!) e una seduta ad oltranza al loro terzo decreto.
Lo ha scritto su Facebook il Vice Presidente della Camera Ettore Rosato.