"Il ponte sullo Stretto di Messina è un'opera nata male, un grande pasticcio amministrativo. Ed è nata male perché l'obiettivo principale non sembra essere la sua effettiva realizzazione, ma quello di sanare il contenzioso del vecchio appalto fatto dal governo Berlusconi e rimasto in sospeso. Un vecchio appalto che impegnava lo Stato a sanare l'impresa appaltatrice di diversi miliardi di euro. Si è deciso di riattivare tutto per sanare quel buco. Che poi il progetto sia o non sia valido al governo importa poco, infatti ha subito incontrato enormi ostacoli. Il primo ostacolo è contenuto nel documento della commissione Via Vas. Va ricordato che parliamo di un organismo che non può essere indirizzato politicamente; è composto da un gruppo di esperti che gode di una fortissima autonomia all'interno del Ministero dell'Ambiente. È infatti ha espresso un documento con 239 osservazioni, così tante da mettere in ginocchio il progetto stesso”. Così il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera e deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, in un’intervista a Today.it. Così come si presenta - continua Morsassut - è un costoso ecomostro irrealizzabile. Le risorse che sarebbero necessarie sono molte più di quelle dichiarate e non hanno copertura finanziaria. Il ministro Matteo Salvini, calcolo elettorale dopo calcolo elettorale, rischia di rovinare il Paese, il suo partito (che continua a crollare nei consensi) e persino il governo Meloni, che sul ponte sullo Stretto potrebbe cadere".