“In una recente intervista Dario Franceschini afferma, sostanzialmente, che una competizione proporzionale in cui i partiti del centro-sinistra vadano ognuno con la sua proposta politica e con le sue liste può favorire un'espansione di consensi perché avremo in campo più forze e questo renderebbe più possibile una vittoria sulle destre. Comprendo la logica. Può darsi abbia ragione ma confesso che fatico a entrare in questa logica”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, in un’intervista a Radio Radicale.
“Come tanti della mia generazione - spiega Morassut - mi sono a un certo punto convinto definitivamente che in Italia esista nei fatti un bipolarismo, un senso di alternative semplici tra la gente. Sono le classi politiche a produrre le differenze. Non dico che esistano solo due posizioni tra conservatori e progressisti, certo ci sono ancora tradizioni e culture diverse ma in qualche modo bisogna favorire delle sintesi. Sintesi di visione. Di valori di fondo insomma. Non certo il programma di dettaglio stile Unione; quello sarebbe una follia. Mesi fa proposi la necessità di fare gli Stati Generali del centro-sinistra proprio per trovare quei punti essenziali e valoriali che ci legano. Per esempio una transizione ecologica più giusta poiché oggi, è di fatto un qualcosa che riguarda i più ricchi”.
“Prendiamo ad esempio Elon Musk - conclude il deputato dem - che è un campione della transizione ecologica. Produce macchine elettriche ed è il proprietario di grandi reti digitali e satellitari. Ma se la transizione ecologica è l'affermazione di questa potenza ipercapitalistica che poi si traduce in operazioni che colpiscono i redditi bassi, questo è un boomerang pazzesco. Noi dobbiamo invece affermare una transizione ecologica giusta che implica un forte ruolo pubblico, che la renda godibile anche ai poveri. O penso al ruolo dell’Europa nel mondo che cambia. Insomma abbiamo cose comuni importanti. Capisco che c’è un realismo da considerare. Che si va nei fatti verso un ritorno del proporzionale. Ma, insomma, tutto si può fare in tanti modi. Io preferisco sempre il realismo di Machiavelli a quello di Guicciardini. E poi in un proporzionale secco i voti si prendono agli amici non ai nemici”.