• 05/05/2016

“Dopo l’intervista rilasciata da Morosini, ci dobbiamo seriamente interrogare sulla legittimità dell’intervento di un membro togato del Csm che esprime giudizi sprezzanti sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento, sui membri del governo, che si abbandona a considerazioni feroci su Cantone, che deve essere invece solo ringraziato per il suo lavoro, e si intromette anche in un procedimento in corso come il delicato processo Stato-mafia, emettendo per giunta una sentenza sommaria”. Lo dichiara Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd e componente della Commissione Giustizia della Camera.

“Mi domando: fin dove può arrivare l’ingerenza di un magistrato? Fino a che punto Morosini può sentirsi in diritto di calpestare l’elementare principio di separazione e reciproco rispetto dei poteri dello Stato? Così facendo il rischio non è quello, inesistente, di una democrazia autoritaria, come dice Morosini, bensì quello di un magistrato che travalica le prerogative che la Costituzione gli assegna a danno, prima di tutto, della stessa magistratura”, conclude.