Considerava la politica l’altra faccia della medaglia del suo impegno come grande cardiologo. Per questo la morte di Fulvio Camerini lascia un vuoto, ma anche un esempio di passione civile e dedizione incondizionata. Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di essergli amico, di apprezzare le sue qualità di uomo di scienza, di mediazione e di interesse intenso per la sua terra. In Senato a Roma, come in Comune a Trieste, lavorò sempre per unire il centrosinistra, partecipando attivamente alla stagione dell’Ulivo, e per tenere vive le sue origini: dobbiamo a lui la legge per gli indennizzi e per la tutela delle minoranze.
A Trieste Camerini lascia l’eredità più grande: la comunità dei suoi pazienti che ricorderanno sempre l’umanità e l’empatia, e la vocazione scientifica di una città complessa, dove mare e confine non potevano esaurire tutte le sue potenzialità. A lui si deve la nascita dell’unità di cardiologia, luogo di avanguardia a livello internazionale che rimarrà un punto di riferimento per gli studi e la cura delle malattie del cuore.
Sono certo che continuerà ad essere un modello per le giovani generazioni e per tutti coloro che credono nell’impegno per l’integrazione, la tolleranza e il lavoro per il bene comune.
Lo ha scritto su Facebook il Vice Presidente della Camera, Ettore Rosato.