“Siamo alle porte di elezioni europee che saranno decisive per il futuro dell’Europa. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la proposta politica sovranista di Giorgia Meloni, che per anni ha sbeffeggiato l’Europa chiedendo puntualmente su ogni dossier ‘meno Europa’, in Italia ha fallito. Non so se la premier Meloni su questo fallimento abbia avuto parole di verità con i suoi amici Abascal e Lepen. Ora in vista delle prossime elezioni europee dobbiamo dirci quali sono i nuovi obiettivi e per questo dobbiamo elencare delle condizioni indispensabili, in particolare cinque per noi del Partito democratico. La prima: l’efficienza esecutiva del Pnrr o di quel che resta del Pnrr, con investimenti ridotti in settori importanti come sanità e asili nido; auspichiamo che i soldi rimanenti vengano presto investiti nei progetti importanti che rimangono;
seconda lo scampato pericolo di essere rimasti incastrati nelle vecchie regole della governance economica e del patto di stabilità che erano state solo temporaneamente sospese per la pandemia. E siamo scampati al passato solo grazie alla silenziosa azione di Gentiloni; grazie a Gentiloni abbiamo il nuovo patto di stabilità, malgrado l’azione poco incisiva del governo che ha peggiorato la proposta iniziale della commissione. Terza condizione necessaria: l’Europa non può più essere la regina solo della regolamentazione, ma diventi l’Europa degli obiettivi comuni da finanziare però con risorse comuni. Quarta precondizione lo stato di diritto, continuare ad avere come priorità l’Europa dei diritti. Quinta condizione necessaria provare a cambiare i meccanismi decisionali, provare a superare il meccanismo dell’unanimità, evitare la paralisi su temi che sono strategici anche con gruppi di paesi, con tutto ciò che possa rafforzare la democrazia in Europa”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, illustrando la mozione del Pd sulla riforma della governance europea e del patto di stabilità.