“Il caso della chat apparsa su whatsapp in cui giovani ragazzi di 15 anni e poco più si scambiavano e diffondevano contenuti pedopornografici e razzisti pone di nuovo l’attenzione sul fenomeno del cyberbullismo che la commissione bicamerale infanzia e adolescenza sta studiando con una specifica indagine conoscitiva. Sono stati auditi molti esperti del settore, psicologi, forze dell’ordine, magistrati, insegnanti e tutti hanno affermato che è un fenomeno in grande espansione e che l’educazione familiare è decisiva per contrastare un fenomeno che è trasversale”.
Così il deputato e pediatra Paolo Siani, capogruppo Dem in commissione Infanzia.
“Nel periodo ottobre-dicembre 2018 - aggiunge il parlamentare del Pd - i tecnici di Google hanno rimosso: 835.731 video che violavano norme di sicurezza per i bambini; 39.456 che recavano contenuti di bullismo o cyberbullismo; 253.683 per contenuti violenti o crudi; e 150.285 perché recavano contenuti dannosi o pericolosi. Il 73% dei video rimossi è stato rimosso addirittura prima della sua prima visualizzazione. È evidente che il fenomeno preoccupa i responsabili di Google, che stanno sempre più affinando i sistemi di controllo e preoccupa i gestori delle reti telefoniche che stanno realizzando sistemi sempre più sofisticati di parental control e di alert che giungono direttamente sugli apparecchi telefonici dei genitori consentendo così un intervento tempestivo, e sono app che non possono essere rimosse senza l’autorizzazione del genitore. Ma di fronte a questi dati, siamo preoccupati anche noi della commissione. C’è tanto lavoro da fare ancora. Innanzitutto comprendere i fenomeni per poter agire meglio. Sarà necessario - conclude Paolo Siani - insegnare ai ragazzi a navigare in rete, a conoscere le regole e a rispettarle e sarà necessario sempre di più impegnarsi in azioni di carattere educativo e preventivo che non piuttosto punitivo”.