"Fa bene il ministro Poletti a essere prudente sulle soluzioni che verranno individuate sul tema delle pensioni prima che si concluda, possibilmente con un accordo, il confronto tra Governo e sindacati. Noi confidiamo in una soluzione che consenta, con la flessibilità, di anticipare fino a un massimo di quattro anni il momento della pensione".
"In particolare - prosegue - riteniamo che vadano individuate le categorie più deboli per le quali l'anticipo, finanziario o con penalizzazioni, sia a costo zero. Stiamo parlando dei disoccupati di lungo periodo, degli addetti ai lavori usuranti, degli invalidi e dei precoci. A questi ultimi va consentito di andare in pensione con 41 anni di contributi. Una misura, invece, va messa subito in campo dal Governo: si tratta della correzione della circolare INPS riferita ai lavoratori privati nati nel '52, che potrebbero gia' fare domanda di pensione. Graziosamente l'INPS ha stabilito che queste persone dovevano essere al lavoro il 28 dicembre del 2011 per poter esigere il diritto pensionistico".
"La domanda che rivolgiamo al Governo è: dove sta scritto? Chi ha avuto la disavventura di essere stato licenziato un giorno prima, pur avendo i requisiti anagrafici e contributivi, non potra' andare in pensione. Questa circolare penalizza proprio le persone che erano senza lavoro gia' nel 2011 e che sarebbero andare in pensione nel 2013. Il Governo, proprio perché e' impegnato nel confronto con il sindacato sul tema delle pensioni, dovrebbe dare subito una risposta su questo argomento. Infatti, i lavoratori nati nel '52 potrebbero gia' fare domanda di pensionamento. Se non si pone riparo a queste ingiustizie, piccole e grandi che siano, i cittadini si allontaneranno sempre più dalla politica e, come si e' visto, puniranno il Governo nel voto", conclude.