“Oggi insieme al Comitato No Enpaf presentiamo una proposta di legge che vuole fare giustizia per un’intera categoria di lavoratori e lavoratrici fortemente penalizzate da una legge vecchia e ingiusta, quella dei farmacisti dipendenti. Chiediamo l'abolizione della doppia contribuzione, la modifica dei regolamenti Enpaf e delle norme sul cumulo, perché non vengano più penalizzati i più giovani e i meno abbienti. Quando si parla dei farmacisti - ha aggiunto - troppo spesso si pensa soprattutto ai padroni delle farmacie, e ci si dimentica invece dei dipendenti e dei tantissimi giovani che studiano per diventare farmacisti, e poi devono svolgere tirocini o vengono assunti con contratti precari dovendo comunque pagare una seconda previdenza iniqua. Troppo spesso finiscono per abbandonare la professione e sprecare anni di studi. Per questo la proposta di legge elaborata insieme al comitato è rivolta soprattutto alle nuove generazioni, che non possono essere sfruttate per la sostenibilità di un ente dal quale non ricevono né assistenza né previdenza”.
Così la deputata del Pd, Chiara Gribaudo, nel corso della conferenza stampa alla Camera per la presentazione della proposta di legge per la modifica del regime previdenziale dei farmacisti.
"Per anni - hanno affermato le rappresentanti del Comitato No Enpaf nel corso della conferenza stampa - abbiamo chiesto una riforma dell’Enpaf e ci siamo sempre sentiti ripetere che per cambiare lo status quo serviva un intervento legislativo. Per questo oggi portiamo in parlamento una proposta di legge per la dignità del lavoro di tanti farmacisti dipendenti e disoccupati, vessati da quote contributive insostenibili e da un regolamento scritto a favore dei soli farmacisti liberi professionisti ad alto reddito. Vogliamo dare l’opportunità di recuperare la contribuzione silente ai farmacisti dipendenti, che oggi viene loro negato, e lasciare ai dipendenti il pagamento dei soli contributi Inps. I diritti e le tutele dei lavoratori, per essere definiti tali, devono essere di tutti. Serve equità nei trattamenti previdenziali, e ci auguriamo - hanno concluso - che questa proposta di legge possa essere l’inizio di un percorso di riforma che adegui la previdenza alla condizione attuale del mondo del lavoro”.