“A un anno da “Dirty oil”, l’operazione della Guardia di Finanza che ha sgominato un’associazione a delinquere internazionale che riciclava gasolio libico, la situazione sembra non essere cambiata”.
- Lo denuncia Lia Quartapelle Procopio, deputata del Partito Democratico, che sulla vicenda ha presentato una interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale -
“Il petrolio rubato dalla raffineria di Zawyia veniva trasportato in Italia via mare e – spiega - scortato dalle milizie libiche guidate da Ben Khalifa, capo di una di esse sospettata di sostenere l'Isis in patria. Una volta arrivato in Italia veniva immesso nel mercato italiano ed europeo a un prezzo simile ai prodotti ufficiali, pur essendo di qualità inferiore, occultandone la provenienza tramite società schermo a Malta”.
“In questi mesi diciotto testate giornalistiche di tutto il mondo, tra cui “La Repubblica” con il giornalista Carlo Bonini, hanno deciso di dare vita al “Daphne Project” per continuare le indagini della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia sui legami opachi tra la politica e la finanza nera che avrebbero fatto di Malta lo snodo cruciale del riciclaggio nel cuore dell'Unione Europea. E proprio l’inchiesta collettiva – sottolinea la deputata Dem - riporterebbe come il circuito di contrabbando di carburante della Libia-Malta-Europa sia stata "effettuata sotto il naso delle autorità maltesi".
“Ora – conclude Quartapelle - servono iniziative politiche e diplomatiche per richiedere alle autorità maltesi di fare piena luce sulla vicenda e ottenere maggiori garanzie sulla provenienza del petrolio che Malta esporta”.