“L'Italia dei piccoli comuni non è un ‘piccolo mondo antico’: rappresenta un segmento molto significativo del Paese, che copre più di metà della superficie, ospita quasi un quinto della popolazione e raccoglie oltre due terzi dei municipi italiani. Non mancano i problemi, nelle piccole comunità locali: lo spopolamento, l'invecchiamento, l'indebolimento dei servizi pubblici e il digital divide. Ma questa parte d'Italia incrocia alcune delle opportunità più interessanti per il futuro, come la green economy, il turismo culturale, l'agroalimentare. La frammentazione istituzionale è un limite su cui il governo è già intervenuto e dovrà insistere, spingendo il più possibile le unioni e le fusioni. La sfida decisiva per le piccole comunità locali è però la ridefinizione delle loro vocazioni, l'avvio di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il declino non è un destino ineluttabile, come dimostra la storia di tante comunità che in questi anni sono tornate a crescere. La proposta di legge Realacci in discussione oggi alla Camera si colloca esattamente in questa prospettiva: sostenere lo sviluppo sostenibile, contrastare lo spopolamento, tutelare e valorizzare il patrimonio naturale, storico-culturale, architettonico. Le risorse messe sul piatto, 100 milioni complessivi dal 2017 al 2023, sono un primo passo ma soprattutto indicano un metodo: lo Stato è disposto a concorrere al finanziamento di progetti di sviluppo locali, indicando i terreni su cui esercitare questa progettualità e privilegiando l'effetto moltiplicatore delle iniziative, la capacità di coinvolgere altri capitali pubblici e privati. Oltre a ciò, la legge si occupa dei servizi pubblici, dall'istruzione ai trasporti passando per la banda larga e l'e-government, cruciali per rendere nuovamente attrattive le piccole comunità locali. Vogliamo aprire una breccia, delineare una nuova prospettiva di sviluppo per quella Piccola Grande Italia da cui dipende una parte rilevante del futuro del Paese”.
Lo ha detto Antonio Misiani deputato del Pd e relatore alla proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti.