“Oggi il presidente del Consiglio incontrando 3mila sindaci dei piccoli comuni non ha potuto far altro che annunciare quanto ha trovato sul tavolo: rinegoziazione dei mutui, legge sui piccoli comuni, strategia nazionale delle aree interne. Tutte cose ereditate dal Pd e dai governi precedenti. Nessun valore aggiunto proveniente da una proposta nuova. E, inoltre, con un ritardo notevole nell’attuazione dei decreti previsti dalla legge sui piccoli comuni, come acclarato da una interrogazione del Pd alla Camera. In ogni caso, e certo non per merito del governo, la giornata di oggi costituisce una decisa inversione di marcia di Poste Italiane, dopo anni di tagli e chiusure, derivato in particolare dalla legge sui piccoli comuni della quale sono relatore e che ha messo fine alla logica puramente finanziaria delle Poste”.
Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
Con la legge 158 - aggiunge il deputato Dem - abbiamo voluto un ruolo per Poste che vada nella riduzione del gap di connettività tra territori, per andare nella direzione di mantenere agganciate ai network dello sviluppo quelle realtà rurali e montane chi rischiano la marginalità per la difficoltà di accesso alle nuove tecnologie. Oggi e domani servizi, istruzione, crescita, sviluppo, saranno garantiti dalla connettività: avere una rete distribuita come Poste Italiane significa avere una infrastruttura già presente per assicurare diritti di cittadinanza e uno stesso ripensamento dell’idea di sviluppo economico nazionale. A Poste Italiane spetta il compito di interpretare questa nuova funzione - conclude Enrico Borghi - che apre peraltro spazi di business a favore di una società pubblica che abbiamo voluto mantenere tale”.