Presentati gli emendamenti al ddl Lorenzin
“Riteniamo necessaria una discussione aperta sul futuro delle professioni sanitarie che non può tradursi nella sola moltiplicazione dei profili professionali. Da qui, la nostra proposta di una norma che regoli i processi decisionali di accesso alle professioni sanitarie. È anche imprescindibile prevedere un confronto con le Regioni a cui, stante l'esito del referendum costituzionale, rimane piena competenza in materia di organizzazione dei servizi”. Lo dice Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali.
“Il senso degli emendamenti presentati al ddl Lorenzin - prosegue Lenzi - è di favorire una maggiore portata innovativa al provvedimento in modo da rendere gli ordini professionali più partecipati. Da qui la proposta di un limite di mandato per gli incarichi direttivi e di modalità di elezione on line, o comunque con più seggi e più giorni per votare. Non si può certo investire su un ruolo degli ordini professionali quando la partecipazione al voto supera di poco il dieci per cento degli aventi diritto. Abbiamo inoltre aggiunto una particolare attenzione alla medicina di genere e all'accesso alla specializzazioni in medicina. La vera novità contenuta nella proposta del Senato era quella dell'istituzione dell'ordine professionale omnibus chiamato ‘ordine dei tecnici sanitari di radiologia e delle professioni sanitarie tecniche, delle riabilitazione, e della prevenzione’ entro il quale dovrebbero trovare accoglienza ben venti professioni sanitarie con il loro albo. Se a questi aggiungiamo gli ordini autonomi previsti di infermieri, ostetriche e quelli riordinati di chimico-fisico, biologo, psicologo a cui si aggiungono gli esistenti ordini dei medici e degli odontoiatri, dei veterinari e dei farmacisti si tratta alla fine di ventinove professioni sanitarie riconosciute e altre bussano alla porta”.