• 04/12/2014

“E’ necessaria una profonda riforma del canone. Il primo obiettivo è l'eliminazione del 27 per cento di evasione del canone che è record europeo a fronte di un canone che è il più basso in Europa. Il secondo obiettivo è l'introduzione di meccanismi di maggiore equità: pagare tutti per pagare meno, aumentando le fasce di esenzione, rimodulando anche per fasce di reddito. Poi vi è l'obiettivo di garantire certezze di risorse alla Rai e prevedere un contributo alle tv locali, che esercitano di fatto un ruolo di servizio e di informazione a livello locale”. Lo ha detto Vinicio Peluffo, capogruppo pd in commissione di Vigilanza Rai, durante la dichiarazione di voto in aula sulla mozione in materia di canone Rai.

“Noi - ha proseguito - diamo pieno sostegno agli obiettivi del Governo e attendiamo che questi vengano presentati con una proposta definita in tempi rapidi. Ma la riforma del canone non può essere slegata da una riforma complessiva del sistema radiotelevisivo. Una materia così delicata che merita una discussione ordinata, tenendo conto del lavoro svolto in Vigilanza Rai, nella commissione Trasporti, a partire dall'indagine conoscitiva sul sistema radiotelevisivo e tenendo conto anche del calendario di scadenze: aprile 2015 scadenza dell'attuale consiglio di amministrazione e a primavera 2016 scadenza della concessione ventennale Stato-Rai. Siamo convinti che alla scadenza dell'attuale concessione ventennale non si debba procedere ad una gara per individuare quale soggetto possa svolgere il servizio pubblico e che non si debba discutere se rinnovare la concessione alla Rai, ma su quali debbano essere i contenuti, gli obiettivi, gli obblighi della nuova concessione. E pensiamo che ci si debba avvicinare a questa scadenza con il coinvolgimento dell'azienda, delle istituzioni, degli stakeholder, degli utenti, dell'opinione pubblica con un percorso di consultazione aperto sul modello del Royal Charter Act in Inghilterra. Un lavoro, quindi, di un anno, che abbia come obiettivo una radicale ridefinizione della concessione, non più ventennale ma decennale, che consenta anche una modifica profonda della legge Gasparri”.