• 22/04/2021

2021 - "Il Governo ha presentato oggi alle regioni e alle autonomie il quadro degli investimenti del PNRR che avremo modo di approfondire nei prossimi giorni in Parlamento. Una operazione imponente dalla quale dipenderà la ripresa del nostro paese e la maggiore dinamicità della nostra economia. Ascolteremo in Parlamento con grande attenzione le comunicazioni del Presidente del Consiglio che ci consentiranno di avere maggiori informazioni sul piano e sulle sue modalità di attuazione. Oltre all’apprezzamento rispetto alle molte scelte condivisibili e sicuramente coerenti rispetto alle grandi linee di indirizzo europee e nazionali, resta il rammarico di non leggere proposte convincenti sul tema della coesione territoriale che, seppur affrontata con compiutezza rispetto al grande tema del Sud del paese, non offre soluzioni convincenti in tema di aree interne e marginali che non insistono solo nel mezzogiorno del paese.” E' quanto dichiarato da Fabio Melilli, presidente della commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.

“Si sceglie infatti di non dare soluzione al gap infrastrutturale presente soprattutto nelle aree appenniniche, ma non solo in esse, caratterizzate dalla scarsità ed a volte persino dall’inesistenza di collegamenti ferroviari, che consentano ai capoluoghi di provincia di quelle aree di interagire con le città metropolitane penalizzando l’accessibilità, le residenze, il lavoro e lo sviluppo. Si adducono spesso motivi legati alla difficoltà di rispettare i tempi stringenti del PNNR ma il tema non viene affrontato nemmeno nelle schede sugli investimenti aggiuntivi che il governo si propone di finanziare con lo scostamento di bilancio dove transitano peraltro tutte le risorse relative alle aree terremotate inizialmente previste nel PNRR.

“A tale carenza – conclude Melilli - si può porre rimedio solo finanziando ed avviando da subito la progettazione di alcune nuove tratte, peraltro previste dai documenti di programmazione dello stesso governo, che potranno essere finanziate con fondi nazionali ed europei. Se nemmeno questa stagione di investimenti straordinari riuscirà a dare le risposte che le popolazioni attendono da decenni, si toglie a quelle terre la speranza di colmare il divario storico che ne ha impedito lo sviluppo.

 

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