“Regolamentare presto e uniformemente il settore dei servizi di consegna di cibo a domicilio”. Lo chiedono i deputati del Partito democratico Gianluca Benamati, Andrea De Maria, Carla Cantone, Francesco Critelli e Luca Rizzo Nervo con un’interpellanza al ministro del Lavoro.
“In Italia – spiegano - più di 4,1 milioni di persone utilizzano spesso i servizi offerti dalle piattaforme online di consegna di cibo a domicilio e 8 milioni li utilizzano saltuariamente. I fattorini che consegnano cibo ordinato attraverso le piattaforme online, i riders’, sarebbero circa 6mila, con una paga oraria tra i 4 e i sette euro e in media dieci ore di lavoro settimanali. Questi lavoratori non hanno un inquadramento chiaro e adeguato alla tipologia di mansioni eseguite, apparendo sostanzialmente subordinati ma giuridicamente autonomi. Lo scorso aprile il Tribunale del lavoro di Torino ha emesso la prima sentenza in Italia relativa al settore della gig economy respingendo il ricorso di sei fattorini che, impugnato il licenziamento avvenuto dopo gli scioperi del 2016, avevano chiesto fosse loro riconosciuta la qualifica di lavoratori subordinati. L’intervento della magistratura, che ha stabilito che questo tipo di lavoratori sono da considerarsi a tutti gli effetti lavoratori autonomi, non ha risolto però la necessità di dotare di un minimo di tutele assicurative, previdenziali e salariali una platea di lavoratori destinata a salire sensibilmente nel numero entro pochi anni. Una settimana fa a Bologna è stata siglata con il comune di Bologna, Riders Union, le piattaforme di Sgnam e MyMenu e le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil il primo accordo europeo sulla gig economy con applicazione sperimentale sul settore del delivery food. La "Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano” nasce da una proposta del Comune di Bologna e una negoziazione con tutte le parti firmatarie e pur non incidendo nella qualificazione giuridica del rapporto di lavoro individua standard minimi di tutela per i lavoratori, tra cui diritti di informazione, un compenso equo e dignitoso con una paga minima fissa, l’obbligo di coperture assicurative per i riders e per i terzi, l’indennità per condizioni meteo avverse, la sospensione del servizio per condizioni meteorologiche straordinarie che mettono a repentaglio la sicurezza dei lavoratori, il rispetto della privacy, il divieto di controllo a distanza da parte degli algoritmi fuori dalle prestazioni, la tutela del trattamento dei dati personali e la trasparenza nei contratti. Anche la regione Lazio si starebbe attivando per definire un analogo provvedimento legislativo finalizzato, tra l’altro, al miglioramento delle tutele assicurative, previdenziali, sanitarie e di sicurezza”.
“Dal momento che è evidente la necessità di regolamentare presto e uniformemente questo settore lavorativo innovativo, quali siano gli intendimenti del governo e le azioni che si intendono porre in essere per affrontare la questione?”, concludono.