“La riforma del rito abbreviato è dettata dal buon senso: questa è la principale ragione per la quale il Pd la sostiene. Infatti, si tratta di intervenire non sulla pena, o sui comportamenti dei detenuti, ma sul rito. Chiediamo, cioè, che i reati più gravi ed efferati, come le stragi o gli omicidi aggravati in conseguenza di altri reati, ad esempio lo stalking, o la violenza sessuale, non possano essere giudicati con un rito abbreviato, che dà la possibilità al condannato di accedere allo sconto di pena: il processo, al contrario, si deve celebrare dinanzi al Giudice naturale, nella completezza della fase di istruzione dibattimentale. La riforma eviterà che, solo per la scelta del rito, vi sia uno sconto automatico di 1/3 della pena che può arrivare anche a 10 anni. Lo scontro cui stiamo assistendo in Aula tra Forza Italia e Lega è, perciò, assurdo: avviene su una riforma giusta ed equilibrata. Viene da dire: se il buongiorno si vede dal mattino…”.
Così in Aula alla Camera David Ermini, deputato Dem, durante la discussione del testo che interviene sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato e sulle circostanze aggravanti ed attenuanti.