“Siamo garantisti e le inchieste faranno il loro corso. Ma c’è un fatto politico: è vergognoso che chi a Roma, come la Raggi e il Movimento 5 Stelle era stato eletto al grido di ‘onestà’ e ‘trasparenza’ abbia messa a rischio un investimento importante e cancellato un progetto unanimemente apprezzato". Lo dichiara Luciano Nobili, deputato del Partito democratico, in un video su Facebook, a proposito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.
“Questa mattina – spiega – Roma si è svegliata con la notizia di un’inchiesta molto importante, che ha portato all’arresto di numerosi esponenti politici e imprenditori tra cui Luca Lanzalone. Si tratta di un avvocato legato in modo diretto a Grillo e Casaleggio, inviato un anno e mezzo fa a Roma, davanti ai disastri della Raggi, per gestire i principali dossier del Campidoglio come super consulente del Sindaco. La Raggi l’ha promosso fino a farlo diventare il super pagato presidente di Acea ed era in vista di nuove promozioni all’interno del mondo 5 Stelle. E’ l’uomo che ha accompagnato Luigi Di Maio a Cernobbio, a tutti gli incontri con il mondo finanziario e imprenditoriale. Di fronte al progetto del nuovo stadio, importante, riconosciuto da tutti, capace di dare un grande slancio alla città, la Raggi e M5S prima hanno detto di no. Ma dopo aver detto di no, con l’intervento di Lanzalone cambia la situazione: e il no dei 5 Stelle diventa un sì. Un sì, tuttavia, che non prevede più procedure trasparenti con cui il progetto era stato approvato dall’amministrazione Marino. Ci si è chiusi in una stanza, senza streaming, senza riunioni del consiglio comunale, per intavolare una trattativa privata che ha stravolto il progetto, ha cancellato molte opere di utilità pubblica. La Procura ipotizza che dentro questa trattativa ci siano elementi che abbiano portato alla corruzione”.
“È suo compito accettarlo, noi siamo garantisti. Ma è già certa la responsabilità politica di chi ha scelto di cancellare ogni trasparenza e ora rischia di far saltare un’opera importante e le sue positive ricadute per la città. Il finale della parabola di chi guidava ‘onesta’ è abbastanza ridicolo: sprofondati tra accuse di corruzione e arresti”, conclude.