Post su FB di Ettore Rosato, presidente gruppo PD
Poteva essere uno dei giorni in cui non saremmo stati sommersi dalle notizie poco edificanti sulla sindaca Raggi e sui pasticci grillini a Roma. Poteva essere l’occasione per dar seguito all’invito del presidente Renzi: lasciarla governare, rispettare il voto dei romani e le ambasce interne del Movimento 5 stelle.
Invece è lei, la sindaca, a chiedere attenzione: ma non per comunicare i nomi ancora (ancora? sono passati 3 mesi dall’elezione!) mancanti della sua squadra o iniziative straordinarie per la ripresa delle scuole o del maltempo. La Raggi torna ad esporsi per attaccare la stampa che non la lascerebbe vivere serenamente.
Chi ricopre cariche pubbliche ha diritto alla propria vita, a tutelare la propria famiglia e la propria privacy, e spesso il prezzo da pagare può essere alto. Quello che stupisce però è la contraddizione nel dare di sé un’immagine tranquilla e normale, ma esibendola il più possibile, per esempio portando il figlio in Campidoglio il giorno dell’insediamento e farlo sedere sulla sedia di Argan e Petroselli. Così, tanto per fare il giro dei giornali di tutto il mondo a spese di un minore.
C’è un filo rosso che lega questo comportamento al rifiuto dei contradditori degli esponenti grillini, al Di Battista che impedisce al collega del PD di fare una dichiarazione alle telecamere.
Un desiderio anche poco nascosto di controllare la stampa e intanto accusare gli altri di farlo. La privacy è una scusa.