“Voglio dare una lettura positiva del fatto che tutti ci si è messi a lavorare, ad approfondire e a proporre, in merito a un tema tanto delicato, non come momento di divisione dell'Aula, ma come momento di condivisione di obiettivi. Dobbiamo sempre di più fare in modo che quello che chiediamo oggi diventi il lavoro di consuetudine fatto dal ministero, fatto dal sistema sanitario nazionale, senza bisogno di continui richiami da parte dell'Aula parlamentare. Questa patologia colpisce un nato ogni 2.500, quindi non banale e che mette a dura prova la qualità della vita della persona colpita e il contesto familiare. Quindi abbiamo un obbligo davvero importante, nel rispetto del dettato costituzionale, di garantire a queste persone tutto quello che possiamo fare”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gian Antonio Girelli, della commissione Affari Sociali, durante lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sulle mozioni in materia di fibrosi cistica.
“Abbiamo indicato – ha concluso Girelli - delle priorità indiscusse: la prima è la ricerca. Perché più che mai quando ci troviamo di fronte a patologie di questo genere, la ricerca è di fondamentale importanza come lo è l'apporto del profit. Dobbiamo anche fare in modo che la ricerca ci porti a produrre dei farmaci che siano davvero accessibili a tutti. Molte volte si dimentica che il fine è il bene della persona. La seconda, è il tipo di assistenza che dobbiamo garantire ai malati e le loro famiglie garantendo uniformità di servizi sul territorio nazionale. La terza, un utilizzo della fiscalità a favore di queste persone. La quarta, riguarda l'inserimento sociale delle persone affette dalla patologia. Ci sono persone che vivono in grossissima difficoltà e che sperano di trovare da oggi una risposta diversa. Ho ben presente il limite dello strumento della mozione, ma voglio avere anche ben presente la volontà che mi auguro unanime di questo Parlamento che consegna al governo la responsabilità non banale di risposta. Ogni atto che noi facciamo ha due occhi che ci guardano e sono in attesa di una risposta”.