Al momento attuale sulle Alpi c'è la metà della neve che dovrebbe esserci; il lago di Garda sta attraversando un periodo di siccità straordinario, come gli altri grandi laghi del nord Italia; il fiume Po' ha un deficit di acqua del 61%; i canali di Venezia sono in secca da troppi giorni con conseguenze importanti sulla vita in città e servirebbe un mese intero di pioggia per recuperare l'acqua che manca su montagne, laghi e fiumi.
Dopo un 2022 di straordinaria siccità, la situazione attuale fa presagire una lunga estate anche peggiore: è già emergenza idrica. Quel che peggio è che a drammaticità di questa siccità non ci lascia troppo meravigliati, ed è solo uno di un lungo elenco di eventi climatici estremi, che solo in Veneto segue la tempesta Vaia del 2018 e l'acqua granda del 2019. Proprio il Veneto è una delle regioni più colpite: uno studio su 2500 territori in tutto il mondo ha rivelato che il Veneto è quarto in Europa per rischio climatico, ed è 74esimo nel mondo, seguito qualche posizione più in giù da Lombardia ed Emilia Romagna.
Servono risposte immediate, ormai i costi dell'inazione sono notevolmente più alti rispetto a quelli che servono per mettere in campo efficaci azioni di mitigazione e adattamento, oltre che di decarbonizzazione e transizione. Soprattutto serve, nell'immediato, che il Governo metta in campo un piano d'emergenza idrica, in modo da evitare gli sprechi ed arrivare all'estate già preparati. Bisogna seguire la traccia che ci indicano esperti e organizzazioni di ambientalismo scientifico come Legambiente, che sposiamo completamente.