“Il coronavirus non ha fermato il fenomeno del caporalato in agricoltura. Caporali e Agromafie, connivenze, a Latina, Fondi, Caserta ed altre realtà italiane, continuano a sfruttare uomini e donne, minacciare, aggredire, inducendo a condizioni di mera schiavitù, nonché a controllare mercati”. Susanna Cenni, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera e responsabile agricoltura del Partito democratico, ha presentato un’interrogazione sul caporalato ai Ministri dell'interno, delle politiche agricole alimentari e forestali, del lavoro e delle politiche sociali e a quello per il sud e la coesione territoriale
“Un Paese civile – continua Cenni - che vuol crescere, che vuol cogliere l’occasione della crisi per una svolta nella qualità della crescita, non può più tollerare niente di tutto ciò. Abbiamo una legge importante, la 199 del 2016, stiamo facendo cose giuste, come la regolarizzazione, c’è un tavolo interministeriale sul caporalato. Adesso è il tempo di procedere senza riserve per la piena attuazione della legge. Media, sindacati e associazioni ci raccontano di episodi gravi che non possiamo ignorare, prima di tutto alzando il livello di attenzione e di intervento. Ho presentato un’interrogazione per chiedere al Governo se intende assumere ulteriori iniziative urgenti per rafforzare l’attuale quadro normativo in vigore per contrastare il lavoro nero e il caporalato e per salvaguardare la salute e la sicurezza dei braccianti agricoli, anche in relazione all'attuale emergenza sanitaria”.
“Gli ultimi tre mesi sono stati costellati da gravi episodi di cronaca: a marzo un giovane bracciante agricolo indiano, che si era ribellato all'imprenditore per il quale lavorava a Terracina chiedendo dispositivi di protezione, è stato picchiato e ricoverato in ospedale”.
“Una recente inchiesta del giornalista Marco Omizzolo – prosegue la deputata dem - ha svelato che le organizzazioni criminali continuano ad utilizzare il mercato ortofrutticolo di Fondi (uno dei più grandi d'Europa) come strumento privilegiato per operazione illecite di agromafia, sfruttamento del lavoro nero e traffico di droga. Nei giorni scorsi sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza 14 aziende agricole, di cui 12 in provincia di Matera e due in provincia di Cosenza, per un valore di quasi 8 milioni di euro, e di 20 automezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti agricoli reclutati. Sabato 6 giugno si è tolto la vita a Sabaudia Joban Singh, bracciante indiano di 25 anni, impiegato da tempo in condizioni di grave sfruttamento nelle campagne circostanti. Una lunga catena di sangue e dolore che dobbiamo rompere. E vorrei ricordare che il primo maggio, proprio il giorno della festa del lavoro, ci sono stati arresti nell’astigiano”.
“La legge 199 del 2016 – conclude Cenni - ha introdotto norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto, con significative modifiche al quadro vigente, prevedendo la repressione penale del caporalato, nuove opportunità per le indagini, la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli, e strumenti di sostegno e tutela dei braccianti. Oggi ci sono strumenti e risorse per attuarle. Ma occorre non abbassare la guardia dal punto di vista del controllo, e del sostegno ai lavoratori più fragili. Per questo tenere i riflettori accesi, verificare l’attuazione nelle norme e dei progetti contro lo sfruttamento ed a sostegno delle filiere pulite è fondamentale anche a tutela di tutto quel mondo agricolo che lavora correttamente e subisce una insopportabile concorrenza sleale alimentando la piaga del lavoro nero e dello sfruttamento in agricoltura”.