Trovo inspiegabili le decisioni prese ieri sera dalla maggioranza del Consiglio Comunale di Treviso. Siamo al paradosso: con una mano si concede la cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti, motivandola con l’adesione profonda ai valori che lui incarnava, e con l’altra si conserva la cittadinanza onoraria concessa 100 anni fa a Benito Mussolini, che dell’omicidio di Matteotti fu mandante e responsabile, perché il fatto è “storico” e “datato”.
Eppure Giacomo Matteotti fu ucciso proprio per i valori che rappresentava. Giustamente le forze di opposizione e il Partito Democratico, che ringrazio, hanno chiesto con la mozione di minoranza che si eliminasse questa paradossale ambiguità: i voti di ieri sera erano afferenti alla storia immobile e monumentale, oppure forse alla memoria, viva, che respira ogni giorno anche grazie alle nostre scelte politiche?
Quel delitto conserva una grande portata storica e simbolica a maggiore ragione oggi, nell’anno in cui si ricordano i 100 anni dall’accaduto e nei giorni in cui un’inchiesta di Fanpage scoperchia come nell’organizzazione giovanile della principale forza di governo si coltivino rigurgiti di antisemitismo, neofascismo e su queste questioni non dovrebbe esserci che unità, invece spiace constatare che la maggioranza a sostegno dell’amministrazione Conti forse ha fatto i conti con la storia del nostro paese solo a metà: non a caso, in questa discussione su fatti “storici, circoscritti e datati” erano assenti i consiglieri comunali che vengono dal percorso di Forza Nuova.
È sicuro, Mario Conte, che la nostra città, Medaglia d’oro al valore militare, non meriti una discussione più matura, consapevole e attaccata alla realtà, che mai può prescindere dalla storia?
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.