• 20/12/2017

"Quella di stasera potrebbe essere una serata storica, rispetto alla tragedia di Ustica. Per la prima volta, qualcuno si prenderà la responsabilità di andare in tv e chiarire quello che successe davvero quella sera nei cieli sopra la Sicilia. Si tratta di Brian Sandlin, marinaio americano che dalla Saratoga, su cui si trovava per pattugliare il Mediterraneo, osservò quello che accadde. Oltre che un’occasione forse decisiva per fare chiarezza, l’intervista a Sadlin, condotta dall'autorevole giornalista Andrea Purgatori, che sulla verità di Ustica ha dedicato decenni di inchieste oltre al film 'Muro di gomma', rappresenta anche l’ennesima occasione persa dal servizio pubblico. Verrà, infatti, trasmessa non dalla Rai ma da La7". E' quanto scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai.

"Se si parla di Ustica - prosegue - questa di stasera non è la prima ‘distrazione’ da parte di Viale Mazzini. Circa un anno fa chiesi all’azienda perché non avesse voluto acquistare il film di Renzo Martinelli che, a detta del regista, conteneva una ‘verità inconfessabile’ sulla strage del 27 giugno 1980 in cui morirono 81 persone. Nonostante la pellicola fosse prodotta con il contributo de ministero dei Beni Culturali, la Rai non ne volle sapere. “Non voleva rogne con gli americani…”, spiegò Martinelli. Alla mia mia richiesta di spiegazioni, la Rai rispose che non era interessata al film perché sposava in maniera netta una precisa versione della strage, quella del missile. Esattamente la stessa che viene confermata dallo scoop di Purgatori. Al netto della spiegazione è certo che, con l’intervista di Sadlin, la Rai ha perso ancora una volta un’occasione per adempiere alla propria missione di servizio pubblico. Anche stasera sarà La7 a supplire alle mancanze della concessionaria di Stato. Altre volte è stata Sky, altre ancora Mediaset”.

“Di fronte al rinnovarsi di episodi del genere, come si fa a negare che Minoli e Mentana non abbiano delle ragioni quando chiedono che una parte del canone venga ripartito anche tra le tv commerciali che dimostrano, con i fatti, di effettuare vero servizio pubblico?", conclude.

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